
PARMA E PIACENZA (4 – 6 novembre 2025)
con il Dott. Marco Carminati
Parma e Piacenza sono state due piccole e nobili capitali di un piccolo Ducato nell’Emilia, accomunate da vicende politiche e artistiche comuni di spessore e interesse internazionali che è molto piacevole riscoprire. Già fiorenti in età comunale, Parma e Piacenza finirono prima sotto il dominio dei Visconti e poi sotto lo Stato della Chiesa. Nei primi anni del Cinquecento le città si ammantarono di capolavori di Correggio e Parmigianino (a Parma) e di Raffaello Sanzio (a Piacenza). E nel 1545 passarono sotto la signoria dei discendenti diretti di Papa Paolo III Farnese. Questa grande famiglia laziale eresse in entrambe le città padane Palazzi e Teatri colossali (Palazzo Farnese a Piacenza, Palazzo della Pilotta, Teatro Farnese a Parma) e fu promotrice della diffusione della pittura e della scultura manierista e barocca.
I Farnese si estinsero e al principio del Settecento il ducato di Parma e Piacenza venne affidato a un ramo dei Borboni di Spagna. Alla dinastia borbonica spettano grandi imprese artistiche, come l’erezione dell’affascinante Reggia di Colorno. Dopo l’età napoleonica, Parma e Piacenza vennero assegnate a Maria Luigia d’Asburgo (vedova di Napoleone), una sovrana particolarmente amata dai sudditi e legata all’organizzazione delle raccolte d’arte cittadine e alla promozione della cultura musicale. Alla sua morte di Maria Luigia (1847), gli stati parmensi tornarono ai Borbone-Parma, che ressero il ducato sino all’Unità d’Italia (1860), lasciando intatto il fascino di Parma e Piacenza quali piccole capitali dell’Antico Regime.
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